Qual è il giusto movimento? Ce lo spiega la Professoressa Elena Martinelli

Qual è il giusto movimento? Ce lo spiega la Professoressa Elena Martinelli

Pubblichiamo in anteprima per i nostri lettori l’articolo, a firma della professoressa Elena Martinelli, per l’Istituto Superiore di Sanità e pubblicato sulla newsletter della Medicina di Genere. L’articolo apparirà negli atti del Convegno:“L’attività fisica di genere per le necessità della donna”, che si terrà domani, sabato 27 ottobre all’Hotel Esplanade a Viareggio.

Il sesso genetico, XY e XX, maschile e femminile, viene determinato al momento del concepimento dal corredo cromosomico ma altre tappe necessitano per la differenziazione sessuale e per determinare il sesso fenotipico concorrono gli ormoni sessuali. Molte sono le differenze che caratterizzano i due sessi dal punto di vista antropometrico, morfologico e ormonale. Per quanto riguarda la motricità il punto fermo è che il nostro corpo deve sottostare agli istinti primordiali di sopravvivenza (difendersi: correre, saltare, arrampicarsi; procurarsi il cibo: destrezza, resistenza alla fatica e alle distanze) e conservazione della specie (pulsione sessuale, gestazione, allattamento, cura della prole). Nonostante le attuali minori necessità di utilizzo, il corpo è sempre lo stesso: per certi aspetti è avvantaggiato ma il ridotto movimento lo fa ammalare, infatti la macchina umana è fatta per muoversi ed è attraverso le esperienze motorie che si creano gli schemi posturali e motori a livello del Sistema nervoso centrale. Ma qual è il movimento giusto? Quale la posologia riferita al genere e all’età? Quali i protocolli adattati alle necessità? A questi interrogativi cerca di rispondere questa nuova branca delle Scienze Motorie, che ho chiamato Attività Fisica di Genere, che dall’età evolutiva accompagna uomini e donne fino alla vecchiaia rispettando la crescita e anticipando le modificazioni degli apparati (locomotore, cardiorespiratorio, endocrino, scheletrico e sistema nervoso) dovute all’età e al sesso, agli stili di vita. Nella vita della donna ci sono periodi scanditi dalla fisiologia (pubertà, periodo fertile, gravidanza, menopausa) che interessano varie strutture corporee e necessitano di adeguate proposte motorie e strategie comportamentali per mantenere efficienza e contenere carenze e disabilità. Sono i periodi nei quali gli ormoni giocano un ruolo fondamentale sull’apparato muscolo scheletrico e sul metabolismo e i sovraccarichi e le mutate caratteristiche posturali mettono a dura prova anche la salute della colonna vertebrale, come per gravidanza e osteoporosi. Negli uomini le modificazioni che richiedono un adattamento del movimento sono più diluite nel tempo e le variazioni anche ormonali avvengono in modo più graduale lasciando però la persona sedentaria con poche possibilità di recupero. Alcune necessità sono apparentemente comuni ai due sessi (incremento della forza, dell’elasticità, dell’equilibrio, la prevenzione delle cadute, del mal di schiena, la gestione dell’incontinenza e dell’osteoporosi) ed anche i protocolli per prevenire/limitare/trattare i danni derivanti da patologie croniche dei grandi apparati e da tumori sono simili e vengono somministrati in egual modo, invece il movimento deve essere personalizzato per ottenere risultati concreti e apprezzabili e per arginare solitudine, depressione e disabilità, le importanti problematiche sociali e assistenziali che ne derivano. L’OMS riconosce all’esercizio fisico un’importanza basilare come requisito non eliminabile nei programmi di promozione e mantenimento della salute. L’inserimento dell’attività fisica nei sistemi nazionali della salute è comune alla maggior parte dei Paesi europei e proprio il programma denominato “Europa della Salute” riconosce all’esercizio fisico un’importanza fondamentale. Le nostre Istituzioni dovrebbero dunque adoperarsi per l’inserimento dell’Attività Fisica di Genere nei programmi della salute con protocolli adattati alle esigenze dell’uomo e della donna nelle varie fasi dell’esistenza, spronando anche le Università ad approfondire gli studi in tal senso. Parallelamente è necessario creare una sana cultura del movimento (che non è sinonimo di sport) fin dalla scuola primaria inserendo ore curriculari di educazione fisica condotte da laureati in Scienze Motorie, garantendo ai bambini l’abitudine e il piacere di giocare e conoscersi attraverso il movimento combattendo così sedentarietà, sovrappeso e le patologie ad essi correlate.

Il prossimo Convegno “Attività Fisica di genere per le necessità della donna” organizzato da FIDAPA BPW sarà in Versilia il 27 ottobre 2018. Approfondiamo… Attività fisica di genere Prof.ssa Elena Martinelli Associato di ruolo M-EDF/01 Metodi e didattiche delle Attività Motorie, Scuola di Scienze della Salute Umana, CdL in Scienze Motorie e CdM in Scienze e tecniche dello sport e delle attività motorie preventive, compensative e adattate, Università degli Studi di Firenze. Medicina di Genere Newsletter, Luglio 2018, pag. 7

Prof.ssa Elena Martinelli

 

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