Le infezioni delle vie urinarie

Le infezioni delle vie urinarie

Oggi, per la nostra rubrica #parliamodi ci occupiamo di un disturbo purtroppo molto frequente: le infezioni alle vie urinarie. Ci spiega tutto il Dr Ferdinando Regina, consigliere della Società Medico Chirurgica Lucchese, specialista in nefrologia medica, psicoterapeuta, esperto in tecniche mentali, si occupa di medicina manuale, terapia manuale del dolore, medicina somatopsichica, terapia riabilitativa, consulenza e programmazione mentale al successo in campo sportivo, di conduzione di gruppi, di corsi di Motivazione al Benessere in collaborazione con la ASL di Lucca e nelle associazioni di volontariato.

Le infezioni urinarie sono comuni e vengono diagnosticate frequentemente dai medici di medicina generale. È difficile che passi una settimana senza il riscontro, da parte del medico, di una cistite o di una prostatite.

Le infezioni delle vie urinarie colpiscono prevalentemente le donne rispetto agli uomini. Anche i bambini ne sono affetti e il rapporto femmine/maschi è sovrapponibile a quello degli adulti.

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SINTOMI

La minzione può essere dolorosa e frequente.

Possono essere presenti dolori sovrapubici e dolori addominali non esattamente localizzabili.

La febbre è un segno non obbligatorio delle infezioni urinarie. Quando presente, indipendentemente dai valori che raggiunge, si accompagna a brivido o soltanto a senso di freddo.

L’esame delle urine evidenzia la presenza di proteine e di sangue con varia intensità.

Quando la minzione è francamente ematica, la cistite viene definita “emorragica”.

L’elemento saliente è la leucocituria, cioè la presenza di globuli bianchi, che confermerà l’infezione.

A questo punto si esegue l’urinocoltura seguita da antibiogramma se, in laboratorio, vengono osservati il germe o i germi responsabili dell’infezione.

La dimostrazione della presenza di germi nelle urine costituisce l’elemento fondamentale sia per la diagnosi che per la terapia dell’infezione urinaria.

Alcune osservazioni dimostrano che non tutti i pazienti con sintomi di infezione urinaria in fase acuta hanno un’urinocoltura positiva quando si rivolgono al medico per la prima volta; la presenza di germi compare in un secondo tempo in un certo numero di questi pazienti.

I germi più spesso responsabili sono Escherichia coli, Proteus, Klebsiella enterobacter, Stafilococchi, Pseudomonas aeruginosa, Streptococchi.

RACCOMANDAZIONI

Nella raccolta delle urine si deve evitare la contaminazione del campione da parte dei germi comunemente presenti nell’uretra, sui genitali esterni e sul perineo.

La prima fase è rappresentata dalla pulizia accurata delle mani e dei genitali esterni, che vanno asciugati con garze sterili o con asciugamano usato per la prima volta.

La minzione va interrotta dopo il primo getto di urina che va depositato nella tazza del WC.

A questo punto si apre la confezione sterile del recipiente che conterrà le urine e si riprende la minzione direttamente nel recipiente, ultimata la quale si tappa il contenitore e si porta in laboratorio.

La raccolta delle urine in sterilità è essenziale. È molto frequente leggere referti tipo:

“Campione inquinato da flora batterica esterna. Ripetere la raccolta delle urine”.

Tutto questo è importante per iniziare la terapia prima possibile e per scongiurare l’insorgenza di una complicanza come la Pielonefrite o un’eventuale cronicizzazione dell’infezione.

TERAPIA

Il Medico imposterà la terapia sulla base dei sintomi, della storia clinica del proprio paziente e sul referto dell’urinocoltura.

Il paziente, per tutta la durata della terapia, eviterà cibi piccanti e speziati, superalcoolici e berrà

almeno un litro e mezzo di acqua al giorno.

Alla fine della terapia, il paziente riprenderà gradualmente la sua alimentazione abituale, aspetterà 10 giorni e ripeterà l’urinocoltura.

 

 

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