L’insonnia – Un disturbo che in estate diventa più frequente: Come affrontarlo?

L’insonnia – Un disturbo che in estate diventa più frequente: Come affrontarlo?

Per la rubrica #parliamodi questa volta ci occupiamo di insonnia. Con l’avvicinarsi della stagione estiva molte persone avvertono che la qualità e la quantità del loro sonno varia, in genere negativamente. Ne parliamo con il Dr Enrico Marchi, Psichiatra e Psicoterapeuta, consigliere della SMCL e con una pregressa esperienza nei Servizi psichiatrici lucchesi come primario ospedaliero:

(nel prossimo articolo il Dr Enrico Marchi ci parlerà delle malattie organiche che più frequentemente portano a disturbi del sonno e di alcune regole per migliorare la nostra qualità del sonno)

È difficile dare una definizione precisa e univoca del sonno. Una delle più calzanti è quella data nel 1985 da Fagioli e Salzarulo, che lo presentano come “uno stato dell’organismo caratterizzato da una ridotta reattività agli stimoli ambientali che comporta una sospensione dell’attività relazionale (rapporti con l’ambiente) e modificazioni dello stato di coscienza: esso si instaura autonomamente e periodicamente, si autolimita nel tempo ed è reversibile”.
Come risaputo, sono numerose le conseguenze negative della privazione del sonno, soprattutto se alla lunga si viene a creare il cosiddetto debito di sonno.
Dormire (e sognare) sono necessari alla nostra vita, sia sul piano somatico che psichico, essendo queste attività fisiologiche importantissime sia per il recupero psicofisico, sia per la qualità delle nostre prestazioni durante lo stato di veglia; la qualità della nostra vita dipende insomma anche da quanto e come dormiamo…
La durata ideale del sonno si aggira intorno alle otto ore per notte, ma non mancano esempi frequenti di persone che si ristorano anche con 6-7 ore di sonno. Con l’avanzare dell’età è cosa nota che le ore di sonno e loro qualità diminuiscono. Anziani e donne soffrono di disturbi del sonno più di altri soggetti.

I disturbi del sonno
I disturbi del sonno vengono da tutti identificati con l’insonnia o iposonnia, a sua volta da valutare come disturbo dell’addormentamento o del risveglio precoce.
La classificazione internazionale dei disturbi del sonno (ICSD 2005) ne raggruppa tantissimi (oltre 90).
Si distinguono in dissonnie e parasonni e i principali sono:Insonnia, disturbi respiratori del sonno (sindrome delle apnee notturne), ipersonnia, disturbi del ritmo cardiaco nel sonno,sonnambulismo, disturbi motori del sonno quali (sindrome delle gambe senza riposo e bruxismo). I disturbi del sonno possono essere causati da malattie e disturbi organici ed a loro volta possono essere la essere causa di disagio psicofisico. Altri invece sono francamente di natura psichica, essendone spesso anche qui il primo campanello di allarme. Un corretto approccio al problema prevede un giusto approfondimento sulle cause e sulle ripercussioni cliniche. Sul piano psichiatrico l’insonnia è costantemente legata a situazioni di ansia generalizzata e ovviamente spesso risente degli eventi della vita che generano apprensione (Stressors), come prove da affrontare, problemi lavorativi o relazionali, preoccupazioni sentimentali o economiche. Accompagnano spesso la depressione e gli stati di eccitamento del disturbo bipolare, essendo talora la prima avvisaglia anche di disturbi psicotici.

Nel prossimo articolo il Dr Enrico Marchi ci parlerà delle malattie organiche che più frequentemente portano a disturbi del sonno e di alcune regole per migliorare la nostra qualità del sonno.

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