“Il Sogno d’Oro” a Firenze: Un cortometraggio per ricordare i 40 anni della legge 180

“Il Sogno d’Oro” a Firenze: Un cortometraggio per ricordare i 40 anni della legge 180

 

Sabato 19 maggio prossimo a Firenze – in un incontro patrocinato dalla Società medico Chirurgica Lucchese – che celebra i 40 della legge 180, la cosiddetta legge Basaglia, verrà proiettato il film in cortometraggio “Il Sogno d’Oro”, diretto dal giovane regista lucchese Simone Rabassini, in collaborazione con lo psichiatra Enrico marchi, la musicista Carla Nolledi e la sceneggiatrice Debora Pioli. La realizzazione del film nasce da un sodalizio associativo, fortemente sostenuto e voluto dall’Associazione “Il Sorriso di Stefano”, in collaborazione con i servizi psichiatrici lucchesi e la Cooperativa Sociale “La Mano Amica”. La proiezione di un filmato, che pone il sogno di un gruppo di pazienti (veri e propri protagonisti del cortometraggio), al centro della trama, sembra essere un tangibile e toccante esempio di come sia possibile avvicinarsi alle emozioni e ai vissuti di soggetti in riabilitazione psichiatrica attraverso la mediazione artistica della musica, del teatro e del cinema. Una spinta che va oltre lo stigma e il pregiudizio per fare intraprendere allo spettatore un itinerario suggestivo ed empatico; attraverso la musica di Puccini “Il Sogno d’Oro” ci proietta in una dimensione di speranza e di benessere che, in contesto che non prevede il ricovero manicomiale ormai da 40 anni, appare sempre più raggiungibile nonostante le tante difficoltà che questo delicato settore socio-sanitario incontra ancor oggi.

L’importanza di Franco Basaglia va ben oltre la sua spinta forte e chiara verso una nuova psichiatria sociale, una lotta anche politica che sul piano legislativo si traduceva nell’abolizione degli Ospedali Psichiatrici.

Come ci ricorda Eugenio Borgna, in merito al pensiero di Basaglia: ”…solo mettendo fra parentesi la malattia, alla psichiatria è possibile entrare in relazione, in una immediata relazione di cura, con chi sta male, con chi si misura con l’angoscia e la tristezza, le inquietudini dell’anima, i deliri e le allucinazioni, e che solo così si sente aiutato, e compreso nel suo dolore…ma cambiare radicalmente le strutture costitutive del fare psichiatria non basta se esse non sono nutrite di passione e di sensibilità, di apertura al dolore degli altri, e di decifrazione del senso che si nasconde anche nei deliri e nelle allucinazioni. Sono cose che, ripensando ai quarant’ anni che ci separano dalla approvazione della legge (Norberto Bobbio l’ha definita una fra le più importanti nella storia della Repubblica), dovrebbero essere tenute sempre presenti: premesse necessarie alla realizzazione di una psichiatria che conosca e rispetti fino in fondo la dignità della sofferenza psichica. Molto resta però ancora da fare nel nostro paese. Come hanno spiegato gli psichiatri della Sip (Società italiana di psichiatria), secondo gli ultimi dati del ministero della Salute datati 2016, sono 800 mila le persone assistite nei Dipartimenti di Salute Mentale, con 370 mila nuove visite per problemi legati alla psiche. Al centro dell’attenzione per questo anniversario, ha detto Bernardo Carpiniello, Presidente della Sip “restano però anche molti punti da risolvere, soprattutto legati alle risorse, che lasciano, nonostante i numeri, l’area della salute mentale sempre ai margini rispetto ad altre branche della medicina”. In base ai dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, rispetto ai 42 paesi Ocse l’Italia è al ventesimo posto come numero di psichiatri per 100mila abitanti, al quattordicesimo come psicologi e come infermieri.

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