“Subito una norma che tuteli gli operatori sanitari” L’intervento di Federico Gelli per la Società Medico Chirurgica Lucchese.

“Subito una norma che tuteli gli operatori sanitari” L’intervento di Federico Gelli per la Società Medico Chirurgica Lucchese.

Abbiamo chiesto a Federico Gelli, presidente della Fondazione Italia in Salute e padre della legge legge 24/2017, un parere in merito alla tutela degli operatori sanitari in questo delicato periodo di lotta al Covid-19 .

“La crisi sanitaria mondiale ha messo drammaticamente in luce i limiti dell’intero sistema, ma ancora di più il valore di ogni singolo operatore, medico e infermiere. Come in guerra, sono loro la prima linea contro il Covid-19, sono quelli che subiscono l’attacco più pesante in attesa della linea difensiva. E nel frattempo si contagiano e purtroppo alcuni, molti, muoiono. In Italia, ad oggi sono 12mila gli operatori contagiati sul lavoro e solo tra i medici si contano più di 100 decessi. Chiamarli eroi, dare il giusto onore, è cosa sacrosanta, ma noi abbiamo il dovere di pensare al dopo, di dare strumenti concreti per tutelare loro, la professione e il sistema salute. Nel Decreto Cura Italia approvato in Senato è stato inserito un Fondo di solidarietà con una dotazione iniziale di 10 milioni di euro per medici, infermieri e operatori socio-sanitari vittime del nuovo coronavirus. Ma questo non basta. Fondazione Italia in Salute crede che questa sia una misura assolutamente insufficiente e abbiamo scritto un appello al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Siamo convinti infatti che il Governo debba istituire un fondo ad hoc, con risorse extra SSN, per gli indennizzi di quegli operatori sanitari rimasti sul campo o comunque colpiti dal Covid-19 nello svolgimento del loro lavoro

Accanto a questa misura più urgente, resta poi la necessità di un intervento più strutturale: una norma che tuteli gli operatori sanitari, che stanno mettendo a rischio le loro vite per salvare quelle dei cittadini, e le aziende sanitarie, con l’obiettivo di salvaguardare la futura sostenibilità della sanità pubblica. Il Covid-19 è un’epidemia del tutto nuova, che ha fatto saltare gli schemi della responsabilità professionale dettati dalla legge 24/2017. In questa emergenza, non possiamo far riferimento a linee guida o buone pratiche che possano fungere da stabile parametro di valutazione dell’impegno di cura e di una responsabile presa in carico dei pazienti. Quest’emergenza scompagina ogni organizzazione, costringendola ad inseguire urgenze che stentano a consolidarsi in esperienze o in regole. Tra questi contorni mobili la caccia al responsabile rischia di diventare, negli attuali scenari di crisi economica, un esercizio sin troppo facile di cui proprio non sente il bisogno e che anzi rischia di sfiduciare chi invece andrebbe sostenuto in questa terribile sfida.

Serve subito una legge che dia un segnale forte e che ridetermini equilibri e tutele all’interno del nuovo perimetro ridisegnato da questa emergenza, fornendo strumenti idonei a risolvere le enormi criticità proprie di una crisi sanitaria mondiale senza precedenti. Strutture sanitarie e operatori stanno soffrendo, stanno compiendo sforzi straordinari e meritano di essere difesi per consentir loro di continuare a garantire, anche per il futuro, la sostenibilità del sistema salute. Allo stesso tempo va però affermato con la stessa chiarezza che la responsabilità, quando seria, non potrà essere emendata da nessuno, neppure da una norma. Il sostegno sociale che si va cercando non può essere trovato soltanto attraverso contenziosi e risarcimenti, ma soprattutto nella solidarietà.”

Federico Gelli, presidente della Fondazione Italia in Salute

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